“Fregoléte. Briciole di memoria” è un progetto di un libro composto da racconti, nato per far rivivere i sogni dell’infanzia che, incontaminati, ci hanno accompagnato nella vita.
Il libro è ambientato a Valdagno riproducendone un affresco mai così composto, ancorché datato.
Nei racconti brevi che lo caratterizzano – la narrazione si colloca fra gli anni ’50 e ’70 – ritroviamo le scuole Oltreagno, i caretini dei dolciumi, le pontare, il tramway, il “Foro Boario” con le giostre, il mercato, il galoppatoio, il tennis con lo stadio, le piscine, “Poggio Miravalle”, l’albergo Montalbieri, “La Favorita”, il mondo di Frazioni e Contrade e tanto altro.
Scritto da autori non scrittori di professione, hanno voluto celebrare e condividere con sorridente ironia quel periodo valdagnese irripetibile raccontato dal mondo dei braghéte curte e dei grembiuli femminili, d’ambienti, di tradizioni, musiche, mode e modi tanto nel dire quanto nel fare. Un mondo di colorazioni vive, odori, suggestioni, stravaganze, cibi locali prelibati, popolato da straordinari personaggi indimenticabili: Ciano-Truta, Pacifico, Napoli…
Sarebbe stato un vero peccato lasciare queste “fregoléte” a dispendersi nel vento che avrebbe inesorabilmente fatto il suo mestiere. Nei racconti, indipendenti l’uno dall’altro per come creati, vi è lo sfondo delle sfide e degli ideali per la ricostruzione e la crescita pacifica. Il fermento della crescita porta richiesta di lavoro; c’è ottimismo.
Ecco apparire sequenze di percezioni libere di muoversi come i pensieri in noi, senza vincoli di fila o di riga. La valle operosa (Valdagno quindi) è teatro delle scene di vita quotidiana, potremmo chiamarle al giorno d’oggi “clips”, in cui viene data cadenza alle vicende di gioventù. In tutto quel daffare i protagonisti prendono forma e gli incisi dialettali si armonizzano divenendo parte integrante del testo: non potrebbero non esserci. Il libro contiene un grazioso inserto illustrato a colori su carta patinata che riprende Valdagno com’era (e non è più) e Valdagno com’è. La lettura viene quindi favorita dall’immedesimarsi nelle scene del “teatro dei luoghi” aprendo le porte alla rievocazione.
Grande cura è stata data alla stesura dei dialoghi riportati in valdagnese (in analogia alle citazioni della lingua parlata nell’alto vicentino nei testi del grande scrittore Luigi Meneghello). Gli autori hanno utilizzato un modo innovativo di ritornare al passato, non convenzionale, permeato di sensazioni e allegria, ripercorrendolo con realistico disincanto, evitando descrizioni da cartolina e motti consumati.
In “Fregoléte” non c’è ricordo né rimpianto, bensì il graffio indelebile del sogno.