Il territorio a nordest italiano è oggetto di riflessione da parte degli storici, degli economisti, degli urbanisti, per la sua capacità di conciliare innovazione e tradizione. E’ un territorio segnato dalla proiezione internazionale, dal ruolo di Venezia come capitale commerciale e culturale, ma anche e soprattutto dalle tante piccole città impresa, agricole e manifatturiere, che ne hanno assicurato la ricchezza recente e passata.
Dal secondo dopoguerra questo territorio è diventato l’icona di uno sviluppo di piccola impresa socialmente accettabile. E’ tuttavia entrato in contrasto con la propria identità storica, a causa delle distorsioni che il percorso di crescita industriale ha prodotto proprio sul paesaggio.
I capannoni e le strade extra-urbane sono oggi diventate l’emblema di uno sviluppo disordinato, incompatibile con le aspirazioni globali e metropolitane dei cittadini, con la domanda di uno spazio moderno, piacevole e culturalmente stimolante.
In questa contraddizione si inserisce il libro ideato e diretto da Giorgio Cracco per conto dell’Istituto per le Ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza e curato nelle diverse sezioni da Gian Pietro Brogiolo, Andrea Leonardi, Carlo Tosco “Paesaggi delle Venezia”.
E’ una specie di repertorio, anzi di “enciclopedia” del sapere storico-ecologico che raccoglie ricerche di più di 60 studiosi e che può essere consultato selettivamente per epoche e per temi soprattutto dai giovani delle scuole.
Per questo il curatore, Giorgio Cracco, ha coinvolto, oltre agli storici, economisti e urbanisti come Giancarlo Corò, Paolo Gurisatti e Stefano Munarin, proprio per proporre una chiave di lettura vicina alla sensibilità dei cittadini delle Venezie, oggi proiettati a riflettere sul proprio futuro, dopo il tramonto delle città impresa, dopo l’arrivo del passante e della pedemontana, verso istanze di aggregazione territoriale diverse da quelle ormai insufficienti delle province.