L’inchiesta Mose, nel 2013, ha scoperchiato uno scandalo di portata nazionale. In circa due anni la magistratura ha dimostrato con prove schiaccianti che l’opera mastodontica progettata per fermare l’acqua alta è stata costruita su una montagna di tangenti. Ma per ‘far fuori’ un miliardo di euro in una decina d’anni non basta essere voraci. Bisogna sentirsi onnipotenti. E infatti due onnipotenze gestivano, saldandosi tra loro, il grande affare del nuovo secolo: quella tecnica del Consorzio Venezia Nuova e quella politica imperniata sulla giunta regionale del Veneto. Lo scandalo Mose coinvolge le maggiori aziende del Veneto, presenti in tutte le grandi opere pubbliche in via di realizzazione o di progettazione: la catena dei nuovi ospedali (Mestre, Padova, Vicenza, Este Monselice) e le infrastrutture viarie, il passante di Mestre, l’autostrada Pedemontana Veneta, l’autostrada Nogara-Mare, da Verona alla costa adriatica, il progetto faraonico della Orte-Mestre che dovrebbe attraversare l’Italia centrale. Mazzaro ricostruisce i nomi, i fatti, le conseguenze di una vicenda che ha segnato una svolta nella storia recente veneta e italiana. E va alla ricerca di una via d’uscita al disastro politico e al collasso della fiducia tra elettori ed eletti: perché le responsabilità sono diverse e nessuno, proprio nessuno, può chiamarsi fuori.